Come si fa diagnosi DSA?

Autore: Valerio Giannitelli (Redazione PsyEventi)

Come si fa diagnosi DSA? La diagnosi DSA è un procedimento che richiede l’attuazione di alcune riflessioni. Innanzitutto, per poter effettuare una diagnosi DSA è importante considerare l’età di esordio delle difficoltà di apprendimento dello studente.

 Infatti, nonostante alcune difficoltà nell’apprendimento (come, ad esempio, difficoltà nella lettura di un brano, oppure, nello scrivere sotto dettatura o copiando commettendo alcuni errori ortografici) possano emergere sin dal primo anno della scuola primaria, per poter parlare effettivamente di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) è necessario aspettare almeno che l’alunno abbia concluso, o sia in procinto di farlo, il secondo anno della scuola primaria.

  Il motivo di ciò è dovuto all’esigenza di tutelare lo studente dalla diagnosi di falsi positivi, dandogli tutti quegli strumenti che possano garantirgli la possibilità di incrementare il più possibile le sue abilità di apprendimento.

Successivamente a un intervento di potenziamento cognitivo, qualora tali difficoltà risultassero ancora significative e penalizzanti, può essere possibile effettuare una diagnosi DSA attraverso una valutazione specialistica degli apprendimenti.

   
  Ma come funziona esattamente?

Premettendo che, prima di effettuare una valutazione DSA, sarebbe necessario conoscere in maniera approfondita la formazione del Professionista a cui ci si rivolge, quest’ultima non prevede un iter aprioristico, né tantomeno è definibile in uno specifico lasso di tempo.

A tal riguardo, la valutazione DSA richiede inizialmente un approfondimento anamnestico (ovvero, la conoscenza specifica della storia evolutiva dell’alunno).

Successivamente inizia la somministrazione di specifici test psicologici, finalizzati a valutare rispettivamente le abilità di lettura, scrittura, comprensione del testo e calcolo, nonché le capacità attentive, prassiche, linguistiche (qualora emergessero nel colloquio anamnestico difficoltà nel linguaggio), mnemoniche e le abilità intellettive dello studente.

Una valutazione DSA dura solitamente pochi incontri, ma ciò dipende inevitabilmente anche dalle caratteristiche individuali del bambino (ad esempio, alcuni bambini riescono a gestire più ore di valutazione, mentre altri necessitano di più incontri).


Cosa succede dopo la valutazione?

Una volta conclusa la valutazione ed effettuata l’interpretazione dei punteggi, questi permetteranno di comprendere e constatare definitivamente la presenza o meno di un disturbo dell’apprendimento.

Qualora emergessero significative difficoltà, in base all’età dello studente, è possibile prevedere un ciclo di potenziamento cognitivo o effettuare direttamente una diagnosi DSA.


Cosa fare una volta ottenuta una diagnosi DSA?

Una volta ottenuta la diagnosi DSA, è possibile consegnare la relazione psicodiagnostica presso la scuola frequentata dallo studente per richiedere l’attivazione della categoria BES (Bisogni Educativi Speciali) ed il conseguente sviluppo di un PDP (Piano Didattico Personalizzato).

Qualora la valutazione fosse stata effettuata presso una struttura privata non accreditata, la Nota Ministeriale MIUR n°6 08/03/2013 (allegato PDF in calce) chiarisce che è possibile richiedere l’attivazione momentanea del PDP e, nel contempo, mettersi in lista per confermare tale relazione psicodiagnostica presso la ASL di riferimento sul territorio.
 

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