Perchè sono triste a Natale?

Autore: Francesco Ziglioli

Perchè sono triste a Natale? Durante la mia attività di psicologo a Brescia e Desenzano, in questo periodo capita più spesso di sentire questa frase. Siamo tutti coinvolti nell'atmosfera di festa che ci circonda. Ma allora, perchè alcuni non riescono ad essere felici in questo periodo? Come mai ci si sente strani, soli, vuoti e diversi?

Il Natale è effettivamente un perdiodo di forte investimento da parte della società, sia in termini di consumo, sia in termini di emozioni. Le festività sentite tradizionalmente si collegano a momenti di serenità collettiva, di scambio reciproco e di emozioni positive.

Tuttavia, alcune persone possono sperimentare alcuni classici sintomi molto simili a quelli della "depressione". Tra questi troviamo: scarso interesse verso le attività piacevoli, tristezza, crisi di pianto, pensieri negativi autosvalutativi, sensazione di impotenza, insonnia, rimuginazione e molto altro.

Come mai alcune persone entrano in questo "stato mentale"?

Probabilmente, il pensate investimento mediatico sulle famiglie "perfette" e serene porta le persone a credere di doversi adattare ad un ambiente in cui non c'è spazio per le emozioni negative. Vivere la festività come un momento di felicità forzata è controproduttivo, poichè aumenta la sensazione di essere "fuori luogo" e "sbagliati". Al contrario, sarebbe più utile imparare a tollerare il fatto che, a differenza di altre persone (che possono essere anche la maggioranza), ci si può concedere di essere tristi, qualche volta.

Infine, il periodo natalizio è caratterizzato da tempistiche relativamente brevi e rapide, con un accumulo di compiti che appesantiscono l'organizzazione della vita quotidiana.

Per esempio, le ferie lavorative impongono un maggior carico di lavoro nel periodo precedente. Oppure, la corsa ai regali diventa difficile da sostenere, sia per questioni di tempo sia, a volte, per questioni economiche. Queste situazioni potrebbero favorire l'insorgere di sintomi ansiosi e, di conseguenza, consolidare i pensieri autocritici e autosvalutativi.


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