Perchè a casa dovremmo limitare ai bambini l’accesso alla tecnologia

Autore: Gilberto Kalman

Perchè a casa dovremmo limitare ai bambini l’accesso alla tecnologia Alzati, controlla le notifiche, chatta, condividi, commenta, scrolla i feed, ripeti.
 
Il cellulare ci consente di connetterci alla rete e alle persone quando vogliamo, dove vogliamo e con chi vogliamo. Questi i benefici della portabilità e della mobilità a cui siamo ormai abituati. Negli ultimi dieci anni, l’utilizzo del cellulare ha completamente stravolto le nostre abitudini e, di conseguenza, anche il nostro modo di comunicare. Non è un caso che lo smartphone sia il dispositivo più usato nella comunicazione quotidiana.
 
Questa tecnologia è talmente intrinseca alle nostre abitudini che è difficile pensare sia possibile farne a meno. I vantaggi sono sotto gli occhi di tutti e durante il lockdown ne abbiamo avuto, se mai ce ne fosse stato bisogno, ennesima riprova.
 
Gli aspetti su cui mi soffermerò, invece, sono differenti e riguardano i danni e i problemi che possono insorgere utilizzando queste tecnologie fin dai primi mesi di vita. Il senso non è puntare il dito contro queste tecnologie, anzi. L’obiettivo è quello di rendere consapevoli i genitori sui possibili effetti negativi di una precoce, prolungata ed errata esposizione ai dispositivi tecnologici durante tutta l’infanzia. Questo perché spesso, travolti anch’essi dall’ondata della tecnologia, troviamo genitori inconsapevoli dei rischi e dei pericoli per la salute psicofisica dei loro figli se esposti così precocemente ai dispositivi tecnologici.
 
É evidente che i bambini nati in questa decade crescano in un ambiente pieno di stimoli digitali che catturano in maniera massiccia la loro attenzione. Servono un po’ di dati su cui riflettere, questi dati arrivano dalla pubblicazione delle linee guida della Società Italiana di Pediatria:
  • nel 2011 la percentuale di bambini (dagli 0 agli 8 anni) che utilizzava un device era del 38%, ovvero quasi 4 su 10;
  • nel 2013 la percentuale è salita al 72 %, ovvero 7 bambini su 10.
Altro dato allarmante riguarda i bambini di 2 anni: nel 2011 la percentuale di questi che usava un device era del 10%, nel 2013 è diventata del 38%.

 
Perché questi dati sono preoccupanti?
 
La risposta è duplice: in primo luogo, differenti studi hanno mostrato gli effetti negativi di una esposizione prolungata e precoce alla tecnologia digitale nei bambini prescolari (interferenza con lo sviluppo neurocognitivo, apprendimento, benessere, vista e udito, funzioni metaboliche e cardiache); l’altro aspetto da tenere in considerazione è il fatto che questi bambini sono autorizzati dai loro genitori a quest’uso incauto e inconsapevole e spesso sono lasciati da soli.
 
C’è di più, recenti studi hanno dimostrato che l’utilizzo dei dispositivi mobili da parte dei genitori ha una profonda influenza sulle interazioni familiari e sul benessere emotivo. Si tratta di un influenza così determinante poiché l’uso dei cellulari distrae dalle interazioni faccia a faccia (l’esperienza è immersiva nello schermo del dispositivo e non in relazione a chi si ha difronte) e quindi ha potenzialmente un grande effetto nello sviluppo emotivo, cognitivo e linguistico.
 
In Italia, secondo una recente ricerca, 1 neonato su 5 viene esposto allo schermo di uno smartphone nel suo primo anno di vita. L’80% dei bambini tra i 3 e 5 anni sa usare il cellulare dei genitorii e spesso, il cellulare, viene usato dai genitori stessi come strumento per tranquillizzare, calmare o semplicemente distrarre il bambino.
 
La domanda è legittima: gli strumenti tecnologici (tablet, smartphone, console, tv etc) ostacolano o favoriscono i compiti di sviluppo?
 
Vediamo i rischi riportati dalla Società Italiana di Pediatria:
  • Apprendimento: in accordo con recenti studi, l’utilizzo prolungato e/o esclusivo del touchscreen può interferire con lo sviluppo cognitivo e quindi dell’apprendimento. Questo perché i neonati e gli infanti hanno bisogno di fare costante esperienza diretta con gli oggetti per poter sviluppare il pensiero e le abilità di problem solving. I neonati e i bambini hanno bisogno per un buon sviluppo dell’interazione diretta con i genitori.
  • Sviluppo: un quantitativo elevato di tempo passato davanti ad uno schermo è collegato ad una diminuzione di attenzione, voti bassi in matematica ed anche a relazione tra pari poco significative.
  • Benessere: l’uso di dispositivi mobili durante la prima infanzia per un tempo superiore alle due ore è connesso a un incremento di peso e a problematiche comportamentali. In particolare, guardare la tv e giocare ai videogiochi è associato ad un aumento di obesità e comportamenti sedentari durante la gioventù. Alcuni studi mostrano, infatti, come ci sia un’associazione tra il malessere fisico e l’uso di tablet, in particolar modo collo e spalle, mal di testa e dolori articolari per la postura scorretta dovuta al cattivo ed eccessivo utilizzo di schermi.
  • Sonno: l’uso di schermi può interferire con la qualità del sonno per due motivi: guardare contenuti stimolanti produce un incremento dell’attivazione psicofisiologica e/o la luce dello schermo può interferire con il ritmo circadiano. Inoltre, il sonno potrebbe essere ostacolato anche dalle radiazioni elettromagnetiche emesse dai dispositivi. Infine, un recente studio conclude che nei bambini tra gli 1 e i 4 anni la presenza della televisione nella camera da letto è associata ad una carente qualità del sonno, alla presenza di terrori notturni, incubi e dialoghi nel sonno.
  • Vista: un uso protratto nel tempo di tablet e cellulari può causare secchezza oculare. In aggiunta, questi dispositivi sono usati a distanza ravvicinata per via dei loro schermi piccoli, questo modo di utilizzarli può far sviluppare fatica oculare, bagliore ed irritazione. Infine, un utilizzo eccessivo degli smartphone può influenzare lo sviluppo di alcuni difetti visivi.
  • Udito: l’esposizione precoce e prolungata dei timpani a livelli intensi di rumore è pericolosa. Infatti, lo sviluppo del linguaggio e della parola possono essere compromessi, altri effetti possono essere la difficoltà nella socializzazione, nella comunicazione, nell’interazione con gli altri bambini.
  • Interazione genitore-bambino: una precoce e adeguata interazione genitore-bambino contribuisce allo sviluppo dei sistemi neurocognitivi e comportamentale. Il contatto oculare, lo sguardo reciproco e l’attenzione visiva congiunta tra i bambini e i genitori contribuiscono a sviluppare sane relazioni. L’uso di dispositivi tecnologici in tenera età, invece, sfavorisce le interazioni verbali e non verbali genitori-figlio mentre l’utilizzo di cellulari e tv di sottofondo nell’ambiente distolgono l’attenzione dalle interazioni e dal gioco con il bambino.
È indubbio che questi strumenti tecnologici consentano, nell’esperienza d’uso comune, quote di intrattenimento, supporto sociale e accesso a materiale educativo per i bambini, ma l’attenzione dovrebbe essere sempre posta sugli effetti di un utilizzo sconsiderato e improprio.
 
Vediamo cosa, in concreto, suggeriscono le linee guida della SIP.
 
Raccomandano di non utilizzare dispositivi mobili:
  • nei bambini fino ai 2 anni di età;
  • durante i pasti;
  • un’ora prima di andare a dormire;
  • con programmi rapidi e frenetici, con contenuti distraenti o violenti;
  • come pacificatore per tenere il bambino tranquillo in lughi pubblici.
Inoltre, suggeriscono di limitare l’esposizione ai media:
  • a meno di un’ora al giorno con bambini tra i 2 e i 5 anni;
  • a meno di due ore al giorno con bambini tra i 5 e gli 8 anni;
  • a programmi di alta qualità;
  • solo in presenza di un adulto. I bambini dovrebbero condividere e usare i dispositivi mobili solo in presenza dei genitori, questi ultimi dovrebbero promuovere e tenere sempre in considerazione l’apprendimento e le interazioni del bambino. Questo perchè in un mondo dove i bambini sono “nativi digitali” i genitori giocano un ruolo fondamentale nell’insegnare loro come utilizzare la tecnologia in modo sicuro. In questo le famiglie dovrebbero monitorare i contenuti digitali, le app scaricate e usate dei loro figli.
  • Testare personalmente le app usate dai figli prima del loro effettivo utilizzo. Più di 80000 app sono etichettate come “educative”, ma solo pochissime ricerche hanno testato e dimostrato la loro effettiva qualità. I genitori dovrebbero controllare che le app scaricate, i giochi e i videogiochi utilizzati siano adeguati all’età dei loro bambini.
Al di là di quanto detto, vorrei rimarcare un concetto importante: sono i genitori a dover fornire il buon esempio perché, ricordiamolo, i piccoli sono dei grandissimi imitatori ed è proprio per questa ragione che se si vuole educare i propri figli all’utilizzo della tecnologia siamo noi i primi a doverne fare un uso regolato, sano e intelligente.
 
Una maggiore connessione con i propri figli si ottiene interagendo, abbracciando e giocando con loro. Il miglior scambio genitore-figlio è quello che consente una interazione proattiva che permetterà uno sviluppo sano ed una regolazione emotiva del proprio bambino.
 
Pensa a questo la prossima volta che consegnerai il cellulare a tuo figlio.
 
Per chi lo stai facendo? Per te stesso o per tuo figlio?
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Bibliografia
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  • Bozzola E., Spina G., Ruggiero M., Memo L., Agostiniani R., Bozzola M., Corsello G., and Villani A. (2018). Media devices in pre-school children: the recommendations of the Italian pediatric society. Italian Journal of Pediatrics 44:69
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