L’ABA nel trattamento precoce del bambino con disturbo dello spettro autistico

Autore: Camilla Natalizia (Redazione PsyEventi)

L’ABA nel trattamento precoce del bambino con disturbo dello spettro autistico Cos’è l’ABA?

L’ABA è l’acronimo di Applied Behavior Analysis, ossia analisi del comportamento applicata. Le sue basi teoriche si ispirano alla teoria del condizionamento operante di Skinner (1953) in cui di fronte ad uno stimolo viene riprodotta la risposta comportamentale a cui seguono benefici per chi la emette. L’analisi del comportamento applicata può essere descritta come un sistema prettamente umanista di apprendimento-insegnamento del processo di cambiamento negli individui con disturbo dello spettro autistico (Ricci et al., 2014).

L’oggetto di cui si occupa è analizzare il comportamento del singolo nella sua totalità̀, in relazione con l’ambiente, utilizzando come metodo quello scientifico. Attraverso tale descrizione e sulla base di queste, si cerca di prevederne l’evoluzione futura al fine di intervenire e modificarne la condotta. Inoltre, l’ABA si focalizza sul nesso funzionale di tale relazione, definita contingenza, con lo scopo di identificare la possibile funzione del comportamento andando a rilevare quelle variabili in grado di innescarlo. Tale metodologia di analisi è caratterizzata da tre elementi fondamentali (ABC): una serie di eventi stimolo legati agli eventi antecedenti (A), una determinata risposta (B), a cui seguono una classe di circostanze che rappresentano la situazione conseguente (C). 
 
In cosa consiste la terapia ABA?

Gli interventi ABA si realizzano all’interno di un setting che prevede un luogo, uno spazio-tempo e una relazione tra individui. Il setting prevede l’applicazione di determinati principi che includono un ambiente fisico, un ambiente normativo e un ambiente interpersonale (Ricci et al., 2014).

Le tipologie di setting all’interno del quale avviene l’apprendimento, sono il Discrete Training Teaching (DTT), il Natural Environment Training (NET) e l’Incidental Training (IT). Questi approcci costituiscono strategie diverse volte ad incrementare l’acquisizione di finalità specifiche ma è consigliato che vengano utilizzate contemporaneamente per ottimizzare l’apprendimento delle abilità meta e la generalizzazione nelle situazioni di vita quotidiana. A tal proposito, un ruolo fondamentale lo fa il rinforzo, quel costrutto in grado di incrementare e mantenere una risposta comportamentale. Esso si può collegare alla motivazione: attraverso l’accesso ai rinforzi si offre al soggetto una ragione per cui può risultare vantaggioso acquisire delle competenze. In questo modo il bambino passa da una condizione di subordinazione a parte attiva nell’evoluzione del suo cambiamento (Ricci et al., 2014). 
 
Perché fare ABA nei bambini con diagnosi di autismo?

Gli ultimi trent’anni hanno documentato quanto possa essere efficace un approccio comportamentale precoce, con effetti a lungo termine, nei bambini con disturbo dello spettro autistico (Ricci et al., 2014). Per intervento precoce, si intende intraprendere un’azione sui bambini con autismo prima dei cinque anni, anche se alcuni studiosi dichiarano che risultati migliori si hanno in coloro che cominciano intorno ai tre (McEachin et al., 1993; Sheinkopf & Siegel, 1998). 

Studi recenti asseriscono la sua efficacia nel potenziare le abilità cognitive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattativi negli individui con diagnosi di autismo (Degli Espinosa, 2012). Quando si parla dell’approccio ABA è utile evidenziare quanto l’elevato indice di successo sia accertato a livello nazionale e internazionale (Ricci et al., 2014). Ad oggi, la Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S., 2011) e la Linea Guida SINPIA (SINPIA, 2017) dichiarano e raccomandano come efficaci, sia gli interventi intensivi precoci basati sull’Analisi del Comportamento Applicata, sia gli interventi comportamentali in generale. Inoltre, uno dei motivi che hanno portato l’ABA al successo nel campo dell’autismo è la scelta di focalizzare i suoi interventi non sulla persona ma sul suo ambiente di vita quotidiano con l’obiettivo di favorire la sua piena autonomia e autodeterminazione. In questo modo il soggetto sarà̀ in grado di correggere le condizioni ambientali al fine di ottenere un migliore apprendimento e sviluppo.

’efficacia dell’intervento comprende fattori che includono: la precocità d’azione, le abilità di cognizione e linguaggio e la partecipazione della famiglia nelle attività. A tal proposito, i progetti home based hanno ottenuto i risultati migliori, grazie alla supervisione degli psicologi appartenenti al programma di intervento ABA (Schreibman, 2000). Lovaas in particolare, ha messo in evidenza come i migliori risultati con l’ABA si ottengono se: il bambino ha meno di 4 anni, segue un intervento intensivo e a lungo termine (almeno 2 anni), i genitori hanno un ruolo attivo nella terapia, i bambini hanno un rapporto 1:1 con il terapista, l’intervento avviene nel contesto naturale del bambino (Lovaas, 2003).

Oggi gli esperti dell’Analisi del Comportamento in Italia fanno riferimento alla Società Italiana degli Analisti del Comportamento in campo Sperimentale ed Applicato (SIACSA) e all’Associazione Tecnici Applied Behavior Analysis (Assotaba, 2017) recentemente confluite in ABA Italia.

Un dato importante è sicuramente il fatto che negli ultimi dieci anni, le principali Linee guida sul trattamento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico nei bambini raccomandano l’ABA come intervento elettivo (Ricci et al., 2014).
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Riferimenti bibliografici:
- Cooper, J.O., Heron, T.E., & Heward, W.L. (2007). Applied Behavior Analysis. Torino: Pearson.
- Degli Espinosa, F. (2012). L’analisi del comportamento applicata nella Linea Guida 21: Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti. Psicologia Clinica dello Sviluppo, 3, 600–638. 
- I.S.S. Istituto Superiore della Sanità. Sistema Nazionale per le Linee Guida. (2011) Linea Guida 21: il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti. 
- Lovaas, O.I. (2003). Teaching individuals with developmental delays: Basic intervention techniques. Austin, TX: Pro-Ed.
- McEachin, J.J., Smith, T., & Lovaas, O.I. (1993). Long-term outcome for children with autism who received early intensive behavioral treatment. American Journal of Mental Retard, 97(4), 359-372. 
- Ricci, C., Magaudda, C., Carradori, G., Bellifemine, D., & Romeo, A. (2014). Il manuale ABA- VB- Applied Behavior Analysis and Verbal Behavior: Fondamenti, tecniche e programmi di intervento. Trento: Erickson. 
- Schreibman, L. (2000). Intensive behavioral/psychoeducational treatments for autism: research needs and future directions. Journal of Autism Developmental Disorders, 30(5), 373-378.
- Sheinkopf, S.J., & Siegel, B. (1998). Home-based behavioral treatment of young children with autism. Journal of Autism Development Disorder, 28(1), 15-23. 
- Skinner, B.F. (1953). Science and human behavior. Macmillan.
- SINPIA (2017). Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Linee guida per l’autismo. Raccomandazioni tecniche-operative per i servizi di neuropsichiatria dell’età evolutiva.http://angsa.it/wp-content/uploads/2017/12/SINPIA-Linee-guida-Autismo-148.pdf (15/03/2021). 
 

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