Accettare la propria storia

Autore: Maurizio Bottino

Accettare la propria storia Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia! (Gibran Khalil Gibran)
  
La società contemporanea è freneticamente orientata verso il futuro.
 
Siamo portati a essere costantemente orientati verso un avanti in cui leggi, regolamenti e scadenze impongono una serie di controlli periodici sia a noi stessi che alle cose che ci circondano: la manutenzione della caldaia del riscaldamento, il bollino blu all’automobile, il tagliando a 10.000 km altrimenti decade la garanzia, l’ecografia al seno, gli acconti Irpef e il versamento dell’IVA, le vaccinazioni e i relativi richiami…
 
Mentre molti di noi sono attenti a questi aspetti, sono poche le persone che hanno la stessa accortezza nel verificare lo stato del proprio vivere. Solo coloro che vivono veramente, senza trascinare la propria vita di stagione in stagione, fanno costantemente dei “bilanci” della propria esistenza.

Questa introspezione richiede un cuore aperto e disposto ad accogliere ogni aspetto della propria esistenza: gioia e dolore.

Cosa dovremmo osservare per fare questo bilancio? Nessuno ci può dare indicazioni, perché solo noi conosciamo i luoghi della nostra anima in cui mettere il termometro. Certo è che alcuni aspetti sono condivisi da molti di noi e possono rappresentare un primo passo per iniziare tale bilancio.
 
- Verificare lo stato dei rapporti con gli altri: le relazioni interpersonali costituiscono la struttura portante della nostra vita. Riflettere sullo stato di questi rapporti ci consente di valutare come queste connessioni si sono evolute nel corso del tempo. Chi ha contribuito in modo positivo alla nostra crescita personale e chi, invece, ci ha insegnato preziose lezioni attraverso le sfide e le difficoltà? Esaminare il numero di nuovi amici che sono entrati nella nostra vita e quelli che sono stati allontanati può fornire una visione chiara dei cambiamenti delle nostre priorità e delle nostre affinità.
 
- Ascoltare se i battiti del proprio cuore suonano una musica fatta di accoglienza o di chiusura e sfiducia verso gli altri. Il cuore, da sempre,  è stato eletto a centro delle nostre emozioni e della nostra connessione con gli altri. Ascoltarne il battito ci permette di valutare la qualità delle nostre relazioni. Suona una musica fatta di accoglienza, gentilezza e amore verso gli altri? O è intriso di chiusura, diffidenza e rancore? Questa introspezione ci aiuta a migliorare le nostre relazioni interpersonali, promuovendo la compassione e la comprensione reciproca.
 
- Osservare le nostre rughe non solo quelle fisiche, ma quelle emotive. Hanno il colore del ghiaccio o quello di un camino acceso in autunno? Le rughe, i capelli grigi, le tristezze a seguito di perdite e separazioni e altri segni lasciati dal tempo e dalla nostra storia, sul nostro corpo e sulla nostra anima, sono testimonianze della nostra storia personale. Generalmente, le rughe si negano, si coprono, si tenta di renderle invisibili… dovremmo, invece, carezzarle come ricordi tangibili delle esperienze vissute. Ogni segno rappresenta una risata condivisa, una sfida superata, un momento di gioia o di tristezza, una vittoria o una sconfitta. Guardandoci allo specchio possiamo vedere un libro aperto che narra la storia delle nostre vite.
 
- Riconoscere e asciugare le lacrime di chi soffre perché non ci vergogniamo di far scorrere le nostre. La capacità di percepire le emozioni altrui e di offrire il nostro supporto è un atto di straordinaria umanità. Non dovremmo mai sentirci in imbarazzo per le nostre emozioni, comprese le lacrime, e dovremmo essere pronti a condividere il nostro sostegno con gli altri. Questo atto di empatia rafforza i legami umani e ci connette in modo profondo con gli altri dando un senso profondo alla nostra vita.
 
- Ascoltare se stessi in relazione alla paura delle malattie, della vecchiaia e della morte: queste paure fanno parte di un'esperienza umana universale, spesso difficile da affrontare, soprattutto in relazione al pensiero della morte. Accettare la nostra storia personale significa anche affrontare questi timori profondi. È fondamentale abbracciare l'idea che il passare del tempo è inevitabile e che la morte è parte integrante del ciclo della vita. Questa accettazione può portare a una maggiore serenità e consentirci di concentrarci sul presente, vivendo ogni momento con maggiore intensità e consapevolezza.
 
- Sorridere alla Vita e ridere di noi stessi accettando la nostra storia personale. È un processo profondo che richiede tempo, pazienza e un cuore aperto. Questo atteggiamento “benevolente” verso noi stessi è un viaggio di auto-riflessione e non solo ci consente di abbracciare appieno chi siamo, ma ci aiuta anche a diventare persone più compassionevoli e consapevoli. Solo attraverso questa consapevolezza possiamo sperare di vivere una vita autentica e significativa, intrisa di bellezza, compassione e amore per noi stessi e per gli altri.
 
Accettare la nostra storia è il primo passo verso la realizzazione di una vita autentica e appagante.
 

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