Valutazione psicodiagnostica DSA: domande e risposte

Autore: Valerio Giannitelli (Redazione PsyEventi)

Valutazione psicodiagnostica DSA: domande e risposte Oggigiorno si sente sempre più parlare dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, meglio conosciuti con l’acronimo DSA. Come mai si sta osservando un aumento esponenziale delle diagnosi di questi disturbi?

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), differentemente da quanto si pensi, non sono un disturbo recente. Basti pensare che sono regolati dalla Legge 170 del 2010; sono quindi passati ormai 12 anni dal riconoscimento ufficiale di questa categoria diagnostica. Quella che sta cambiando è la consapevolezza psico-sociale di queste difficoltà da parte di ciascuna istituzione, scuola in primis.
Infatti, quello che una volta era definito uno studente “pigro”, “svogliato”, oggi viene riconosciuto come uno studente con potenziali difficoltà nell’apprendimento che devono essere supportate, trovando i giusti canali per rendere possibile un apprendimento ottimale. Solitamente sono gli insegnanti stessi a proporre alla famiglia una valutazione approfondita proprio per tutelare al meglio l’alunno.

L’aumento esponenziale è eclatante, basti vedere come sono aumentate le diagnosi di DSA dallo 0,9% nell’anno scolastico 2010/2011 fino al 4,9% nell’anno scolastico 2018/2019 (MI - DGSIS - Gestione Patrimonio informativo e Statistica - Rilevazioni sulle scuole). L’incremento del numero nazionale di certificazioni DSA è quindi notevole: da circa 94 mila a quasi 188 mila segnando un tasso di crescita del 99,8%.
Di conseguenza, non è raro osservare da parte dell’istituzione scolastica la progressiva tendenza a richiedere alle famiglie di studenti con difficoltà nell’apprendimento e/o nell’attenzione un approfondimento attraverso la valutazione psicodiagnostica di professionisti esperti.
 
Come rendersi conto di una difficoltà di apprendimento?
Una difficoltà di apprendimento può essere riscontrabile sin dai primi anni della scuola primaria (già dai 5/6 anni, per intenderci). Per questo motivo, spesso è utile verificare sin da subito i prerequisiti dell’apprendimento (come, ad esempio, le abilità di lettura e scrittura), al fine di permettere allo studente di incrementare le proprie abilità di apprendimento attraverso interventi specifici di potenziamento cognitivo.
Rendersi conto di una difficoltà di apprendimento non è sempre semplice, ma sicuramente esistono dei segnali da tenere in considerazione, come:
  • Difficoltà nella lettura di un brano (eccessiva lentezza o tendenza a commettere frequentemente degli errori lessicali);
  • Difficoltà nella componente ortografica e/o grafo-motoria nella scrittura (errori ortografici frequenti o presenza di una grafia illeggibile o disordinata);
  • Difficoltà nella comprensione di un testo scritto;
  • Difficoltà nell’apprendimento del calcolo matematico (difficoltà nel calcolo a mente e/o scritto, nonché nella conoscenza dei fatti numerici).
 Cosa fare in questi casi?
In questi casi è molto importante richiedere una valutazione approfondita delle abilità di apprendimento dello studente, contattando una struttura privata preposta ad offrire questa tipologia di servizio, oppure richiedendo alla Asl di riferimento un appuntamento.
 
In cosa consiste la valutazione? Quanto dura?
La valutazione consiste in un iniziale colloquio anamnestico con la famiglia dello studente, seguito dalla somministrazione di specifiche prove valutative da parte dell’esperto.
La durata può variare a seconda delle caratteristiche individuali dello studente e dalla sua età. Solitamente, in circa tre o quattro incontri è possibile completare la valutazione.
 
Cosa succede una volta effettuata la valutazione?
Una volta che quest’ultima viene effettuata, si rilascia alla famiglia una relazione psicodiagnostica completa di tutte le prove somministrate e della loro interpretazione. In caso di presenza di significative difficoltà nell’apprendimento o di DSA, viene raccomandato lo sviluppo di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) e viene suggerito di iniziare un intervento di potenziamento cognitivo per lo studente.
 
Cosa si intende per “potenziamento cognitivo”? E cosa è un PDP?
Per potenziamento cognitivo si fa riferimento ad un tipo di intervento riabilitativo, finalizzato a incrementare le abilità di apprendimento dello studente, nonché di renderlo maggiormente consapevole delle sue difficoltà e di trovare insieme delle strategie di apprendimento alternative. A tal riguardo ci si riferisce proprio al PDP, ovvero un piano didattico personalizzato, stilato insieme agli insegnanti, in cui lo studente può usufruire di misure alternative per esprimere al meglio le sue abilità.
 
Quali sono queste misure alternative?
La tipologia di misure alternative è strettamente connessa alle difficoltà di apprendimento che sono emerse. Faccio un esempio: se uno studente ha avuto una diagnosi ufficiale di Dislessia, il PDP prevederà la possibilità di dispensarlo dalla lettura ad alta voce, permettendogli di utilizzare software di sintesi vocale creati appositamente, dove l’alunno potrà ascoltare il brano per comprenderlo, anziché leggerlo. Altresì, uno studente con diagnosi di Disortografia, potrà utilizzare strumenti ausiliari per scrivere un testo, come ad esempio la smart pen, oppure prevedendo l’utilizzo in classe di un PC personale.
 

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