Stili educativi genitoriali

Autore: Fiamma Moroni

Stili educativi genitoriali Qual è il più efficace per promuovere maggiormente il benessere psicologico di genitori e figli?

Per stile educativo genitoriale si intende l’insieme di atteggiamenti e comportamenti utilizzati dal genitore nella relazione con il figlio, volti ad ottenere determinati risultati educativi.
Diversi studi fanno riferimento alla concezione di stile genitoriale espressa da Baumrind che si basa su due aspetti fondamentali:

1. La Responsiveness o Responsività, ossia la capacità di rispondere ai bisogni del proprio figlio; fa riferimento alla capacità di sostenere il bambino, favorendo e stimolando la sua individualità, lo sviluppo dell’autoregolazione e l’affermazione di sé.

2. La Demandingness o Richiestività, ovvero lo stato o la qualità di essere esigenti; si riferisce al controllo del comportamento tramite richieste che i genitori fanno ai loro bambini per integrarli nella famiglia. Ciò avviene mettendo in atto richieste di maturità, una supervisione costante, provvedimenti disciplinari e dimostrando la determinazione e la volontà di affrontare il bambino che disobbedisce. Baumrind[1] ha quindi definito tre stili genitoriali:

a. Stile Autoritario: alta richiestività e bassa responsività. È uno stile caratterizzato da severità e ostilità, proprio dei genitori che cercano continuamente di affermare il proprio potere. Essi danno regole e punizioni che devono essere accette con obbedienza e senza spiegazioni sulla motivazione. Raramente lodano o apprezzano il bambino ma esprimono valutazioni e giudizi. Vi è un eccesso di controllo sul figlio.

b. Stile Permissivo: bassa richiestività e alta responsività. È caratterizzato da genitori che concedono tutto, senza limiti e regole, anche se i desideri del figlio sono senza senso, sono incoerenti e tolleranti in maniera eccessiva, non lo guidano nelle sue scelte e non si sentono responsabili di correggerle.

c. Stile Autorevole: adeguate richiestività e responsività. Questo stile appartiene al genitore che ha un’idea chiara del tipo di disciplina e regole da dare ai figli. Controlla il figlio e richiede i risultati adeguati alle sue capacità. Alla punizione preferisce il ragionamento incoraggiando dialogo e comunicazione e accogliendo i limiti e le difficoltà del figlio.  Spiega le decisioni che assume e ha un comportamento assertivo e in caso sa dire di no al bambino. Accetta il figlio incondizionatamente anche se non sempre approva i suoi comportamenti. Prova stima e fiducia verso se stesso e verso il figlio. Manifesta affetto e calore. Baumrind ha osservato come lo stile autorevole sia il più efficace nel promuovere l’autoregolazione; i bambini mostrano un’autostima adeguata, sviluppano senso critico, crescono fiduciosi delle proprie capacità e in ambito sociale sono più responsabili e cooperativi.
«I genitori con questo stile educativo tendono a sollecitare l’individualità e il senso di responsabilità, assumendo un ruolo di guida nei confronti dei figli, ponendo loro dei limiti, o supervisionando in maniera attenta e flessibile i loro atteggiamenti»[2].

In un’ottica parzialmente diversa, focalizzata sulla dimensione emotiva, Hoffman[3] ha individuato quattro stili educativi: i primi due basati sulla costrizione (fisica o psichica) ed i successivi due basati sulla persuasione (razionale o emotiva).

- Costrittivo basato sul potere fisico: questo stile considerato il peggiore dei quattro è basato su punizioni di tipo espiatorio, i bambini vengono privati di oggetti e attività piacevoli; i genitori controllano il figlio sfruttando il proprio potere. Il bambino agisce sulla base delle punizioni che teme. Può anche sviluppare comportamenti oppositivi al rispetto delle regole.

- Costrittivo per sottrazione dell'affetto: consiste nella privazione dell'affetto, della stima, dell’attenzione, minacciata oppure attuata realmente. Questo distanziamento affettivo induce paure di abbandono e separazione.

- Persuasivo (induttivo) basato sul ragionamento: è fondato sul ragionamento, inducendo il bambino a riflettere circa la motivazione delle proprie azioni; anche le punizioni vengono motivate e spiegate.

- Persuasivo (induttivo) basato sull'empatia: Consiste in un dialogo persuasivo di tipo empatico-emotivo; l’adulto trasmette al bambino le informazioni che gli consentiranno di comprendere i sentimenti e le emozioni degli altri. In questa maniera il bambino impara a riflette sia su se stesso e sugli altri e ad assumere la responsabilità dei propri comportamenti. Gli stili non dipendono solo da un tratto specifico dell’individualità del genitore ma vanno contestualizzati in una cornice più ampia, prendendo in considerazione anche il contesto, la cultura, i fattori socioeconomici.

Lo stile infatti può essere influenzato da cambiamenti come l’età del figlio, la riorganizzazione familiare in seguito alla nascita di un nuovo figlio e da eventi come un lutto o una separazione, che possono modificare lo stile condotto fino ad allora.

Può essere influenzato inoltre da altri fattori come:
- la risposta del figlio, per esempio, di fronte ad un adolescente ribelle potrebbero essere adottate più risposte punitive;  
- l’ambiente, per esempio, vivere in un quartiere a rischio o essere un genitore single potrebbero aumentare il controllo del figlio;
- il momento storico-culturale.
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  [1] D. Baumrind, Current patterns of parental authority, Developmental Psychology  Monograph, 4 (1), pp. 1-103, 1971. [2] V. Giamundo, C. Riso, Abuso e maltrattamento all'infanzia. Modelli di intervento e terapia cognitivo-comportamentale, Milano, Franco Angeli, 2013, p. 181. [3] I. Z.  Hoffman (1998), Rituale e spontaneità in psicoanalisi, Roma, Astrolabio, 2001.
 

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