Ansia: psicotrappole e psicosoluzioni

Autore: Fabiola Trojani

Ansia: psicotrappole e psicosoluzioni L’ansia è una reazione fisiologica istintiva che si elicita quando una situazione viene soggettivamente percepita come minacciosa e pericolosa.
 
Si manifesta spesso attraverso una serie di fenomeni neurovegetativi quali tachicardia, aumento della sudorazione, vertigini, sensazione di svenire e attraverso una serie di comportamenti quali una ricerca costante di rassicurazioni e di controllo sull’ambiente.
 
L’ansia tuttavia non è solo un limite o un disturbo (ansia patologica), ma costituisce altresì un’importante risorsa (ansia funzionale), in quanto eccita la nostra curiosità e ci rende intraprendenti, massimizza la nostra attenzione e la nostra concentrazione migliorando le nostre prestazioni.
 
Alla base dei disturbi ansiosi ci sono una serie di “psicotrappole”, ossia delle distorsioni cognitive che ci portano a percepire e ad interpretare la realtà attraverso dei pensieri rigidi, parziali e disfunzionali per il nostro benessere psicofisico e per il raggiungimento dei nostri obiettivi.
 
Tra le più frequenti “psicotrappole” troviamo
 
- la “generalizzazione” (“ce l’hanno tutti con me”, “nessuno mi ascolta mai”, ecc.),
 
- la “personalizzazione” (“è sempre e solo colpa mia”) e soprattutto
 
- le “pretese disfunzionali” centrate su se stessi (“devo essere perfetto”), sugli altri (“gli altri devono amarmi e stimarmi esattamente come desidero”) e sull’ambiente (“le situazioni devono essere perfettamente controllabili, altrimenti non le posso affrontare”).
 
Per imparare a gestire l’ansia diventa quindi fondamentale imparare a riconoscere quali “distorsioni cognitive” tendiamo a mettere in campo e, successivamente, esercitarci ad integrarle con pensieri maggiormente costruttivi e funzionali (“psicosoluzioni”).
 
Ad esempio, se la nostra tendenza è quella di “generalizzare” (“ce l’hanno tutti con me”, “Nessuno mi ascolta mai”, ecc.) può essere utile soffermarci a riflettere su quando e con quali persone non ci sentiamo ascoltati e compresi e su quando e con quali persone invece siamo riusciti a sentirci ascoltati e compresi e, in ogni caso, su cosa possiamo fare per soddisfare il nostro bisogno di ascolto e comprensione.
 
Ovviamente quando sentiamo che l’ansia si protrae in maniera costante e continuativa, limitando fortemente la nostra vita, è sempre opportuno consultare un professionista che possa aiutarci a comprendere le motivazioni all’origine del disturbo e a canalizzare le risorse necessarie alla gestione dei sintomi ansiosi e al miglioramento del nostro benessere psicofisico.


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