I disturbi del desiderio sessuale

Autore: Mirco Carbonetti

I disturbi del desiderio sessuale Oggigiorno, la nostra società è bombardata da un modello basato essenzialmente sull’apparenza, la bellezza, il denaro, modelli che risultano sempre più difficili da raggiungere. In ambito sessuale, l’attenzione ormai viene data principalmente alla prestazione dimenticandosi dell’origine dell’atto sessuale; il toccare, l’entrare in sintonia con l’altro, il focalizzarsi sul vissuto soggettivo del piacere. Le disfunzioni sessuali, soprattutto nelle relazioni di coppia, diventano sempre più sintomo di incomunicabilità tra i partner.

Nella vita sessuale dell’uomo, a differenza di quella degli animali, troviamo implicata tutta la sfera affettiva dell’individuo, ed è proprio questo che permette di cogliere tutta la complessità delle funzioni che vi sono alla base, cioè quelle funzioni di riproduzione e di piacere.

Si può osservare come nell’animale questi sistemi interagiscono sinergicamente tra di loro in un comportamento stereotipato e istintivo, mentre nell’uomo intervengono anche componenti psicologiche, norme sociali e culturali che andranno a influire in maniere diversa sul vissuto che l’individuo avrà della propria esperienza sessuale. La complessità dell’uomo porta inevitabilmente a un’indubbia risonanza nella dimensione patologica.

Il desiderio sessuale è l’espressione di una funzione associativa complessa; questa fase è attivata da stimoli che possono essere sia endogeni che esogeni, che non faranno altro che indurre l’individuo al comportamento sessuale. Degli stimoli endogeni, fanno parte l’immaginario erotico, le fantasie sessuali spontanee e volontarie e le emozioni. Mentre, gli stimoli esogeni sono segnali veicolati attraverso gli organi di senso che possono essere percepiti dall’individuo come attraenti.

La fase del desiderio è un processo multidimensionale, infatti sono importanti i fattori motivazionali, affettivi, cognitivi e stimoli biologici e istintuali che fanno parte del bagaglio evolutivo dell’uomo.

Quindi si può definire il desiderio sessuale come la risultante di fattori biologici, psicologici e relazionali. Rappresenta importanti significati affettivi e relazionali, come espressione di amore e passione, è un vero e proprio termometro della qualità della relazione. Il desiderio è un processo che varia lungo un continuum che parte dalla passione, all’interesse, al bisogno.

Sia negli uomini che nelle donne declina con l’età con una valenza maggiore nelle donne che va a coincidere con la menopausa. Nell’uomo continua in maniera relativamente costante dall’adolescenza alla tarda maturità per poi trovare un graduale declino.
La mancanza di interesse verso il sesso è uno dei più frequenti problemi sessuali presenti sia nel sesso maschile che in quello femminile. Recenti studi affermano come il disturbo da desiderio sessuale coinvolga maggiormente il sesso femminile.

Mancanza di desiderio sessuale può essere associato anche ad altri problemi sessuali, infatti può rappresentare il sintomo principale, ma anche come conseguenza del disagio emotivo derivante da altri disturbi sessuali. Individui che presentano questo disagio, possono avere problemi nella costruzione di relazioni sessuali stabili, in quanto il partner interpreta, molto spesso, la mancanza di desiderio come un disinteresse nei suoi confronti.

Tra i disturbi del desiderio troviamo:
  • Disturbo del desiderio sessuale ipoattivo;
  • Disturbo da avversione
 
Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo è definito come una persistente e ricorrente carenza di fantasie sessuali o recettività per l’attività sessuale, che provoca stress personale. Uno scarso desiderio sessuale può essere globale e includere tutte le forme di espressione sessuale o può essere situazionale e limitato a un partner o a un’attività sessuale specifica. Nell’individuo, si assiste a una mancanza di motivazione a cercare gli stimoli, la frustrazione diminuisce quando manca la possibilità di avvicinarsi all’esperienza sessuale. E’ importante nel lavoro clinico, prendere in considerazione la coppia; infatti, lo scarso desiderio sessuale in un partner può riflettere un eccessivo bisogno di espressione sessuale da parte dell’altro partner.

Il disturbo da avversione sessuale è caratterizzato prevalentemente da avversione, evitamento attivo del contatto sessuale con un partner. I soggetti riportano ansia, timore o disgusto quando si trovano a vivere l’esperienza sessuale.

L’avversione, però, può anche essere circoscritta a un particolare aspetto dell’esperienza sessuale come ad esempio le secrezioni genitali, la penetrazione e così via. Altri riportano una repulsione generalizzata verso lo un qualsiasi stimolo sessuale come i baci, le carezze, l’intimità. In risposta a questi stimoli, l’individuo può provare un’ansia moderata con mancanza di piacere fino ad arrivare ad un’estrema sofferenza psicologica.

L’individuo che non è a suo agio con un livello più o meno elevato di desiderio, può porsi delle domande, di come ciò accada. A volte è possibile che nasca in associazione a fattori contestuali (figli, lavoro, assenza di privacy), lavorando su questi aspetti è possibile che la problematica sessuale sparisca. Se il disagio persiste è possibile che il problema abbia un’origine più profonda data dalla propria storia di vita. In alcuni casi, infine, il disagio vissuto è collegato solo apparentemente al disturbo del desiderio e che in realtà è la conseguenza della presenza di un altro disturbo sessuale, portando la persona ad evitare la sessualità per evitare le difficoltà associate.


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