A che gioco giochiamo? Accenni di Analisi Transazionale

Autore: Fiamma Moroni (Redazione)

A che gioco giochiamo? Accenni di Analisi Transazionale I giochi sono dinamiche relazionali che avvengono durante le conversazioni tra individui e che hanno un finale spiacevole; possono verificarsi in qualsiasi contesto relazionale: tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra colleghi, tra amici, e persino tra sconosciuti. 

Per dare un’idea di questo tipo di gioco, possiamo ricordare quelle conversazioni, che spesso capitano, in cui si avverte uno stato crescente di tensione causato da ciò che l’interlocutore sta insinuando con le proprie affermazioni, nelle quali si tenta di contrastare senza successo le velate allusioni che egli fa e alla fine la comunicazione si conclude con una sensazione sgradevole.
Tali giochi impediscono i rapporti aperti, intimi e leali fra le persone.

Allora perché si gioca?

Eric Berne, famoso psicologo canadese, autore della teoria chiamata Analisi Transazionale ha studiato ed individuato le diverse motivazioni alla base di questi interazioni; si gioca per occupare il tempo, attirare l’attenzione, rinforzare vecchie opinioni su sé e sugli altri e sollevarsi dalle responsabilità.

Per uscire dai giochi, e dalle spiacevolissime sensazioni a cui essi conducono, è necessario conoscerli, capire quali sono le dinamiche sottostanti: scoprire il perché si partecipa e dove si vuole arrivare, da ambo le parti. Ciò consente di comprendere come evitarli in occasioni future. 

Un esempio di gioco tra i più comuni è quello del «Sì, ma…» in cui un giocatore presenta un problema sollecitando apparentemente gli altri a fornirgli consigli del tipo «tu che faresti al posto mio?»
Se essi si lasciano agganciare, cominciano a prodigarsi per la soluzione del tipo «perché non provi a…» . In questo caso, chi ha dato inizio al gioco boccia qualsiasi suggerimento con dei «Sì, ma» facendoli seguire da varie ragioni molto attendibili, per le quali il consiglio non è utile. Alla fine tutti i partecipanti, che si erano affannati a fornire ogni genere di consiglio, rinunciano, considerandosi sconfitti, sia ammettendolo apertamente, sia tacendo o cambiando discorso.

Qual è il tornaconto di questo gioco? Dimostrare di saperne di più, svalutare la capacità di consigliare dell'altro, mostrare di essere vittima delle circostanze, senza prendersi la responsabilità di ciò che accade, riversandola sull'altro. E ancora, continuare a fare la vittima, mantenere inalterate le proprie radicate convinzioni su se stessi, gli altri e il mondo. Tuttavia, anche chi risponde, cioè chi rimane agganciato, ha un bisogno: quello di aiutare, che può essere dovuto, in questo caso, a sensi di colpa, di inferiorità o insicurezza.

Vi è mai capitato di parteciparvi? 
Bibliografia:
Eric Berne, (1987). A che gioco giochiamo.
James M., Jongeward D. (1971). Nati per vincere.
D’Amanti S. I Giochi dell'Analisi Transazionale come riconoscerli e liberarsene.


 

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