6 parole per ripartire dopo la quarantena

Autore: Maria Rita D'Onofrio

6 parole per ripartire dopo la quarantena Se siamo pronti ad abbattere i muri che ci delimitano, a rompere la gabbia che ci imprigiona, scopriremo a cosa servono le nostre ali. (Michael Elmore-Meegan)

Si parla in questi giorni di riaprire alcune attività. 

Quando ascolti queste notizie ti senti meglio? o ti viene una fitta nello stomaco?

Sì, perché non è mica scontato che dopo un periodo di chiusura in casa sia facile tornare alla cosiddetta normalità!

Stando in casa così tanto tempo ognuno ha visto un po’ più da vicino le proprie vulnerabilità. La paura può essersi trasformata in ansia e in angoscia. 

PauraAnsia ed Angoscia non sono sinonimi.
La Paura è una reazione di allarme dovuta a una precisa minaccia: ho paura di essere contagiato dal Coronavirus. È un fattore di sopravvivenza che ci predispone fisicamente e psicologicamente ad affrontare un pericolo realistico mediante comportamenti adattativi come la fuga o l’attacco. L’ambiente fuori è infetto, e ho paura di contagiarmi: mi guardo bene dall’uscire di casa.

Anche l’Ansia è una reazione di allarme, ma è relativa ad una minaccia presunta, dai contorni incerti e diffusi: sono in ansia per il futuro, per la salute mia o dei miei cari, per l’esito di un esame. Anche l’ansia, entro certi limiti, può attivare delle risorse utili a superare una situazione critica. Un esempio tipico è l’ansia costruttiva che ci può prendere durante un esame e ci fa tirar fuori a sorpresa dai meandri del cervello ragionamenti e nozioni che non pensavamo di avere. 
Se intensa, però, l’ansia ci blocca, ci fa star male fisicamente e psicologicamente e ci induce a comportamenti poco funzionali al nostro benessere perché innescano circoli viziosi molto pericolosi. Ad esempio: l’ascensore mi mette ansia, quindi non lo prendo. L’ansia si abbassa. Questo (che tecnicamente viene detto rinforzo negativo perché ci sottrae da una brutta sensazione) rende più probabile che la prossima volta io operi la stessa scelta: che non prenda l’ascensore, dunque. In un circolo vizioso che stabilizzerà sempre di più la mia ansia rispetto ai luoghi chiusi come l’ascensore.

L’Angoscia è oltre l’ansia, perché che ciò che di brutto temevamo viene percepito come qualcosa che sta accadendo. Non siamo più di fronte a una minaccia, quindi, ma siamo immersi in uno stato. Siamo invasi da una sensazione di impotenza e di fragilità, e di profonda vulnerabilità
Questa condizione può aprire la strada ad uno stato depressivo, e per questo va riconosciuta e affrontata.

E poi ci sono i problemi di relazione, i conflitti, la troppa vicinanza e la troppa distanza da amici e persone care. Le difficoltà economiche, la perdita del lavoro.

Tutto lo stress accumulato in questo periodo di quarantena ci rende più vulnerabili psicologicamente, intacca la stabilità del nostro umore, abbassa le nostre difese immunitarie.

In questo stato siamo meno disposti ad abbandonare la nostra zona di comfort, che in questo momento potrebbe coincidere con la nostra casa. Ci sentiamo, sì, annoiati, depressi, fiacchi, ma anche protetti, custoditi dal nostro angolino personale in cui tutto è per noi familiare. 
Inoltre, quando potremo finalmente ricominciare a uscire di casa sarà una gioia, ma avremo anche qualche gatta da pelare. Dovremo riorganizzarci, ristrutturarci, riorientarci, e ci troveremo a farlo dopo questo periodo che potrebbe averci resi più fragili, più vulnerabili.
Ecco perché non è tanto strano se al pensiero di ricominciare ci sentiamo un po’ preoccupati, oltre che contenti di poter finalmente uscire di casa.

Come possiamo prevenire questa sensazione di spaesamento che ci destabilizza al pensiero che la gabbia si aprirà?

Cominciamo a prepararci fin da ora, con tecniche semplici che ci aiutano a diminuire lo stress attuale per mantenerci più forti, e a pensare attivamente al momento critico che ci aspetta senza girarci dall’altra parte, per affrontarlo al meglio quando si presenterà.

Ti propongo 6 parole chiave:

Autoosservazione
Cerca di cogliere i segnali di ansia e di angoscia facendo caso alle sensazioni fisiche, che possono essere di oppressione, respiro corto, tensione muscolare, tachicardia, calore. Fa’ un piccolo diario in cui associ queste sensazioni ai pensieri che le accompagnano, e rifletti su quanto questi pensieri siano realistici. Se ti riesce, trovane di alternativi che siano meno pessimistici e più realistici.

Problem solving
Se ti accorgi di temere qualcosa in particolare per quando tornerai alla vita fuori casa, non rimandare il momento di farci i conti. Prepara un piccolo piano d’azione su aspetti specifici del problema, per ridurne la complessità. Elenca tutte le soluzioni e i fattori critici, e poi scegli la strada migliore, con la consapevolezza che potrai sempre rivedere la scelta.

Accettazione
Se un giorno non hai proprio voglia di pensare, non forzarti. Lascia andare quel momento dedicandoti a qualcosa che ti fa bene: una seduta di rilassamento, un po’ di ginnastica, curare le piante, vedere un film, cucinare. Ognuno ha il suo stratagemma. E se non ne trovi nessuno perché ti senti troppo giù, parlane con qualcuno che ti vuole bene o chiedi aiuto a un professionista. 

Progettazione
Identifica gli elementi della tua vita che, una volta finita la crisi,  dovranno cambiare. Pensa spassionatamente proprio a quelle cose che dovranno cambiare malgrado ciò che tu desidereresti, e progetta a tavolino i cambiamenti più accettabili per te. Cerca il cambiamento meno svantaggioso per te tra quelli attuabili realmente, per quanto ne sai.

Visualizzazione
Chiudi gli occhi e immagina visivamente la tua giornata tipo dopo la quarantena. Quando arriva un’immagine sgradevole o preoccupante non scacciarla via, ma respira a fondo e dopo un po’ continua. Prendi a poco a poco confidenza con quella che, presumibilmente, sarà la tua nuova realtà, qualunque sia. Ripeti questo esercizio ogni giorno.

Rilassamento
Pratica ogni giorno una mezz’ora di Rilassamento. Allentando le tensioni muscolari puoi migliorare l’umore e la preoccupazione, perché non c’è distinzione tra Corpo e Mente, e ogni attività cerebrale ha un corrispettivo motorio. Se hai pensieri preoccupati i tuoi muscoli vanno in tensione, ma se riesci a decontrarre i muscoli i pensieri diminuiscono la loro carica ansiogena. 

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