Rabbia ed odio

06/06/2014 dalle 19:00 alle 21:00

Se la rabbia è un’emozione che si contrappone alla frustrazione ed alla costrizione, l’odio è un progetto. Mentre la rabbia, essendo un'emozione primitiva, si osserva sia negli animali che in bambini, anche di tenera età, l’odio necessita di una consapevolezza.
Ed è per questo che è più facile parlare o agire la rabbia, rispetto alle azioni ed ai pensieri in riferimento all’odio.
Dice Vittorino Andreoli che l'odio è un legame tra un individuo ed un altro. E’ quindi simile all'amore e, in quanto tale, altrettanto intenso.
Nell'amore una persona sente di aver bisogno dell’altra fino a pensare di non esistere senza di essa, quest’ultima diventa quasi un'ombra che lo segue. Così accade nell'odio: la persona odiata occupa lo spazio mentale, colui che odia non sa più considerare tutto ciò che rimane e si fissa sul suo oggetto di odio. Amore e odio sono quindi dei legami tra due persone che spesso risultano interscambiabili: sovente si finisce per odiare intensamente una persona che in passato abbiamo molto amato. Ma può succedere anche l'opposto: si può amare una persona che prima si odiava.
Ma non bisogna mai operare una distinzione tra "cattivi" e "buoni" perché la storia dell'umanità è formata da individui che prima si arrabbiano e poi perdonano, prima amano e poi odiano.
L’odio ha certamente degli effetti sconvolgenti sul singolo o sulle società però mantiene un volto umano: è un qualcosa con cui tutti abbiamo a che fare e dobbiamo quindi imparare a conoscerlo bene per poterlo dominare.
E la strada per ll superamento dell'odio é il perdono.
Un sentimento "disumano" come dice Andreoli, rivoluzionario, folle, ma ineludibile per chi vuole "andare oltre" in quel processo di crescita della propria consapevolezza che vale il dolore della vita stessa.

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