I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi

24/10/2017 dalle 19:00 alle 22:00 24/10/2017 18:00

I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi Seminario su I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi di Jacques Lacan
Responsabili del seminario: Rossella Armellino, Amalia Mele, Gaetano Romagnuolo
Con il Seminario XI I quattro concetti fondamentali della psicanalisi (1963-1964) Lacan resta ancora su quel limen, quel confine inaugurato con il Seminario X L’angoscia.
D’altra parte se ne I quattro concetti fondamentali della psicanalisi si può ancora sentire operante la tesi fondamentale degli anni ‘50 del «ritorno a Freud», è pur vero che nello stesso tempo s’intravede il nuovo punto di approdo nell’orientamento della clinica lacaniana: il reale. E senza che lo psicanalista francese smentisca il suo stile consueto: paradossale, contraddittorio, sorprendente, discontinuo.
Il Seminario XI negli anni della «scomunica» di Lacan da parte dell’IPA si situa al posto di un «seminario inesistente», I nomi del Padre, di cui resta una sola seduta.
Dunque, quattro concetti fondamentali, inconscio, ripetizione, transfert, pulsione, frammenti metaforici esplosi del Nome del Padre, sostengono Lacan nell’atto di fondazione di una nuova scuola e di cui il seminario si fa riflesso teorico, proponendo con insistenza la questione di che cosa sia una psicanalisi.
Lacan ricorda nella prima lezione la sua boutade del 1955: «Mi hanno chiesto che cos’è la psicanalisi, e io ho detto che insomma è ciò che ci si attende dalla pratica di uno psicanalista». Ai quattro concetti freudiani ne aggiunge però altri due: il soggetto e il reale. Nel corso del seminario tenterà di situarli nella loro relazione con i concetti freudiani di inconscio, ripetizione, transfert, pulsione.
L’inconscio apre dunque il défilé dei quattro-sei concetti fondamentali della psicanalisi. Con l’ennesimo giro di boa Lacan afferma che l’inconscio non ha uno statuto ontico ma etico, c’est à dire, l’inconscio ha lo statuto di ciò che vuole essere e non di ciò che è. La ricerca che traversa l’intero seminario lo condurrà a mostrare che l’inconscio formulato da Freud non esiste al di fuori del desiderio dell’analista, dunque al di fuori del desiderio di Freud stesso.
In quegli anni di messa al bando di Lacan dall’IPA, nessuna concessione da parte sua al sentimento di esclusione o al puro gusto per il masochismo, ma semmai sarà il senso del comico – come annuncia nella prima lezione – a sostenerlo nell’affermare con decisione questo punto: il desiderio dell’analista è quello di fare esistere l’inconscio. Se difatti l’inconscio non è, appartiene all’ordine del non realizzato, del non nato, qualcosa è richiesto per farlo nascere.
L’inconscio inaugurato da Lacan, come inconscio strutturato come un linguaggio, cede ora il passo a un inconscio che si dà come pulsazione temporale, come dimensione suscettibile di aprirsi e richiudersi; il transfert stesso in questo seminario è riletto, alla luce dall’inconscio, in maniera del tutto nuova, perché la prerogativa dell’inconscio non è più la linearità ma la pulsazione.
Slegare l’inconscio dalla realtà del linguaggio significa così affermare che l’esistenza stessa dell’inconscio non è indifferente al fatto stesso che ci siano degli analisti, degli analisti engagés in una psicanalisi in intensione (la propria pratica analitica) e in una psicanalisi in estensione (il legame sociale tra analisti e la trasmissione della psicanalisi). Dire che l’inconscio non è un’ontologia significa dire questo. L’inconscio è una materialità (mot-érialité) che vuole dirsi. Vuole accadere tra due soggetti.

Per altre informazioni collegarsi al sito e scrivere ad: associazionelacaniana@gmail.com


Sede di svolgimento

  • - Via dei Cimbri, 23 - 80138 Napoli
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    angolo via Duomo - 1° piano scala D

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