L'Acceptance Committment Therapy (ACT): teoria e pratica della flessibilità psicologica

27/09/2017 dalle 14:00 alle 18:00 26/09/2017 22:00

L'Acceptance Committment Therapy (ACT): teoria e pratica della flessibilità psicologica L’Acceptance and Commitment Therapy, o ACT (“ACT” si pronuncia come singola parola, non come lettere separate) è una nuova forma di psicoterapia con solide basi scientifiche, (oltre 150 Randomized Controlled Trial). Fa parte di quella che viene definita la “terza onda” della terapia cognitivo comportamentale (Hayes, 2004). L'ACT viene considerata una delle terapie più interessanti sul panorama scientifico internazionale (Prevedini, Miselli, Moderato, 2015). L’ACT è basata sulla Relational Frame Theory (RFT): un programma di ricerca di base sulle modalità di funzionamento della mente umana (Hayes, Barnes-Holmes, e Roche, 2001). Questa programma di ricerca suggerisce che molti degli strumenti che le persone utilizzano per risolvere i problemi, conducono in una trappola, basata sul linguaggio, che determina sofferenza.

L’ACT prende in considerazione alcuni concetti non convenzionali:
• La sofferenza psicologica è normale, è importante ed accompagna ogni persona in vari momenti della propria vita.
• Non è possibile sbarazzarsi volontariamente del proprio dolore psicologico, anche se si possono prendere provvedimenti per evitare d’incrementarlo artificialmente.
• Il dolore e la sofferenza sono due differenti stati dell’essere.
• Non serve identificarsi con la propria sofferenza.
• Si può vivere un’esistenza dettata dai propri valori, iniziando da ora, ma per farlo si dovrà imparare come uscire della “propria mente” ed entrare nella propria vita.
In definitiva, ciò che viene richiesto dall’ACT è un fondamentale cambiamento di prospettiva: uno spostamento nel modo in cui viene considerata la propria esperienza personale.
I metodi di cui essa si avvale forniscono nuove modalità per affrontare le difficoltà di natura psicologica che cercano di cambiare l’essenza dei problemi psicologici e l’impatto che essi hanno sulla vita.  L’Acceptance and Commitment Therapy si basa su tre punti fondamentali.

La Mindfulness: è un modo di osservare la propria esperienza che, per secoli, è stato praticato in oriente attraverso varie forme di meditazione. Recenti ricerche nella psicologia occidentale, hanno provato che praticare la mindfulness può avere benefici psicologici importanti (Hayes, Follette, & Linehan, 2004). Attraverso tali tecniche si impara a guardare al proprio dolore, piuttosto che vedere il mondo attraverso di esso; si può comprendere che ci sono molte altre cose di cui occuparsi nel momento presente, oltre a cercare di controllare le proprie sensazioni corporee o la propria “produzione” mentale di pensieri e/o emozioni, che prendono forma di immagini o parole udite nella propria testa.

L’Accettazione: si basa sulla nozione che, di norma, tentando di sbarazzarsi del proprio dolore si arriva solamente ad amplificarlo, intrappolandosi ancora di più in esso e trasformando l’esperienza in una lotta interiore foriera di sofferenza. L’ACT inoltre opera una chiara distinzione tra dolore e sofferenza. Per la specifica natura del linguaggio umano, quando ci si trova di fronte ad un problema, la tendenza generale è di capire come liberarsene prima possibile.
Capire come liberarci dagli eventi indesiderati (come predatori, freddo, inondazioni, carestie) è sempre stato un fattore essenziale per la sopravvivenza della razza umana; tuttavia il tentativo di usare l’organizzazione mentale, sedimentatasi nel corso dell’evoluzione della specie, per affrontare le proprie esperienze interne, di fatto non funziona. Quando ci si imbatte in un evento interno doloroso infatti, si tende applicare un cliché collaudato: risolverlo sbarazzandosene. Le esperienze interne, in realtà, non sono esattamente uguali agli eventi e ai problemi esterni; pertanto i metodi che solitamente funzionano per affrontare i problemi, non funzionano nello stesso modo per il mondo interno. Deve però essere chiaro che l’accettazione, come viene intesa in questo contesto, non è un atteggiamento nichilistico auto-distruttivo basato sulla rassegnazione e la passività; e nemmeno è tollerare il proprio dolore, o sopportarlo; è invece un vitale e consapevole contatto con la propria esperienza, per quanto sia essa difficile.

Impegno e vita basata sui valori: quando si è coinvolti nella lotta contro i problemi psicologici spesso si mette la vita “in attesa”, credendo che il proprio dolore debba prima diminuire, per poi iniziare nuovamente a vivere. L’ACT invita a uscire dalla propria mente ed entrare nella propria vita, intraprendendo azioni impegnate in direzione di quelli che sono i propri valori. 
Il presente workshop è stato progettato per essere utile come introduzione all’ACT, attraverso la presentazione di brevi esercizi esperienziali e di tecniche per entrare nel vivo dei sei processi dell'ACT (l'accettazione dell'esperienza, la defusione, il contatto con il momento presente, il senso di continuità del sé, il contatto con i propri valori e l'azione impegnata).
L'obiettivo del corso è puramente introduttivo: serve a favorire il più possibile l’apprendimento del modello della flessibilità psicologica

Docente: dott. GIOVANNI MISELLI, PhD, BCBA, Psicologo-Psicoterapeuta, Dirigente sanitario
Co-docente: ROBERTO IBBA, Psicologo-Psicoterapeuta

Per ulteriori informazioni visita il sito:  ACT - Italia
Per le iscrizioni clicca QUI

 

Sede di svolgimento

  • Sede dell'Ordine degli Psicologi del Lazio - Via del Conservatorio, 91 - 00186 Roma
    06 3600 2758

    angolo Lungotevere dei Vallati, 18

Categorie correlate