IIPG - Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (Sede di Milano)

IIPG - Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo (Sede di Milano) L’I.I.P.G. eredita e prosegue la tradizione e l’esperienza dei Centri Ricerche Psicoanalitiche di Gruppo, sorti a Roma (Il Pollaiolo) ed a Palermo, sul finire degli anni ’60, grazie all’opera di Francesco Corrao tesa a far conoscere, sperimentare ed evolvere le teorie psicoanalitiche di Wilfred R. Bion sul pensiero, sulla psicosi e, soprattutto, sui gruppi.
 
L’Applicazione e lo sviluppo del modello originale del gruppo analitico proposto da Bion ha rilevato lo straordinario valore trasformativo:
- In ambito terapeutico, nei confronti di una vasta gamma di sintomatologie cliniche, fino a quelle psicosomatiche, borderline e psicotiche, in quanto capace di attivare e trasformare livelli molto arcaici di funzionamento del pensiero;
- In ambito formativo, particolarmente nei settori socio-sanitari, in quanto capace di offrire risposte efficaci e trasformative agli operatori di varie professionalità che si confrontano, sia individualmente che in equipe, con problematiche di disagio psichico.

La fecondità di questo modello teorico-clinico ha consentito di acquisire un patrimonio di esperienza clinica e formativa sia in ambiti istituzionali che privati che, dopo 30 anni di attività, è comprovato dall’estensione raggiunta dall’Istituto sul piano nazionale ed internazionale.
 
Il modello di riferimento generale è costituito dal patrimonio teorico e clinico della psicoanalisi, che fa riferimento al lavoro di Freud e dei suoi prosecutori (K. Abraham, M. Klein, D. Fairbairn, D. W. Winnicott, M. Balint).
 
Nel patrimonio dell’esperienza teorico-pratica dell’I.I.P.G. il contributo di idee originario sulla psicoanalisi in generale e sui gruppi in particolare deriva dal pensiero di Wilfred Bion, a partire da quanto espresso in Esperienze nei gruppi e poi nel corso di tutta la sua opera.
 
La nostra storia è segnata da una gestazione di molti anni di ricerca clinica e teorica, durante i quali queste idee sono state verificate, approfondite e sviluppate con l’accortezza costante di mantenere un vertice psicoanalitico, pur considerando la specificità dell’oggetto di studio rispetto alla psicoanalisi duale.
 
Questo vertice conferisce al gruppo una capacità di contenere e trasformare i vissuti portati dai singoli individui attraverso l’esercizio di una funzione auto-analitica del gruppo stesso, opportunamente attivata e guidata dal conduttore.

Non si tratta quindi di una “psicoanalisi individuale fatta in gruppo”; piuttosto il conduttore, assumendo come oggetto d’interpretazione e di trasformazione le emozioni ed i pensieri del singolo nel contesto del gruppo assunto come un insieme, facilita la condivisione del processo analitico e valorizza gli interventi dei singoli segnalandone gli aspetti problematici, costruttivi ed interpretativi inerenti agli oggetti mentali di cui il gruppo si sta occupando.
 
Il modello consente di valorizzare l’eterogeneità dei contributi e di accogliere una vasta gamma di livelli contemporanei di pensiero, da quelli più primitivi a quelli più sofisticati.
 
Il modello è in grado di dar conto dell’effetto vantaggioso che il gruppo è capace di offrire all’individuo che vi partecipa, nei termini della possibilità di assimilare i prodotti finali dell’attività gruppale e di confrontarli con il proprio mondo interno.
 
La valenza psicoanalitica del modello prescrive la presenza di un solo conduttore ed esclude la presenza di osservatori e l’utilizzo di metodi meccanici di registrazione delle sedute.



Luogo

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