Alcune conseguenze cliniche dei contributi di A. Green

19/03/2017 dalle 10:00 alle 13:00 19/03/2017 09:45

Alcune conseguenze cliniche dei contributi di A. Green Conferenza tenuta da: Francis D. Baudry, M.D.
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André Green é uno psicanalista francese (Il Cairo 1927 - Parigi 2012) tra i più significativi esponenti della scuola psicanalitica francese, muovendosi dalle posizioni lacaniane e sostenendo l'imprescindibile dell'apporto freudiano è approdato a un'articolata teoria del "lavoro del negativo" (Le travail du négatif, 1993; trad. it. 1996), inteso in quanto vissuto di privazione e assenza, che sostanzierebbe l'inconscio e sarebbe alla base del vissuto emozionale; ha inoltre indagato e approfondito il tema freudiano del narcisismo (Narcissisme de vie, narcissisme de mort ,1983; trad. it. 1992) ed elaborato un concetto strutturato del vissuto di angoscia/" angoscia, attraverso cui è pervenuto alla definizione del cosiddetto "complesso della madre morta".

Vita e pensiero: Trasferitosi a Parigi nel 1946, si è laureato in medicina (1952), specializzandosi in psichiatria al Sainte Anne (1953-57) sotto la guida di H. Ey. Membro titolare della Société psychanalytique de Paris, ha partecipato, negli anni che vanno dal 1960 al 1964, al travaglio della psicanalisi francese, che portò alla costituzione di tre diversi gruppi: la già nominata Société psychanalytique de Paris, l'Association psychanalytique de France (entrambe affiliate all'International psychanalytique association) e l'École Freudienne de Paris, guidata da J. Lacan. Con quest'ultimo, G. ha intrattenuto comunque un rapporto di amicizia e di scambio scientifico durato fino al 1966; negli stessi anni, G. entrò in contatto con i maggiori esponenti della scuola inglese di psicanalisi (in partic., D. W. Winnicott e W. R. Bion). A lui si deve un'originale rivisitazione della teoria freudiana del narcisismo, volta a sanare le incompatibilità createsi, all'interno delle opere che costituiscono la metapsicologia freudiana, con la pubblicazione di Al di là del principio di piacere (1920) e di L'Io e l'Es (1923).
Tale rivisitazione lo condusse inizialmente a porre su basi strutturali (e non più connesse a particolari vicissitudini evolutive dell'Io) il concetto di narcisismo primario e poi a introdurre, accanto all'accezione tradizionale di narcisismo, una sua forma ulteriore, il cosiddetto narcisismo negativo o di morte, attraverso cui correlare alla teoria del narcisismo la forma conclusiva che assume il dualismo pulsionale freudiano (composto, come si sa, di Eros e pulsione di morte).
Su un piano più strettamente clinico si collocano poi le ricerche di G. sulla qualità dell'angoscia, che lo condussero a coniare, in parziale simmetria con quanto sopra indicato, i concetti di angoscia rossa (associata a un vissuto cruento di mancanza, come nel complesso di castrazione) e di angoscia bianca (come vissuto profondo di abbandono e di vuoto). Quest'ultimo concetto venne poi ulteriormente sviluppato attraverso il riferimento al cosiddetto complesso della madre morta, sorta di vissuto depressivo latente ancorché onnipervasivo, da individuarsi clinicamente nel transfert.

Tratto da: http://www.treccani.it/enciclopedia/andre-green/
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