L'interiorità maschile

Autore: Duccio Demetrio

L'interiorità maschile Scrive Ada Ascari:

Credo che sia la prima volta che Duccio Demetrio inizia un suo libro facendo sentire la sua voce, quell’io che si sostituisce per la prima volta alla terza persona, all'impersonalità della dotta voce di studioso della filosofia dell’educazione che esamina le vite degli altri -ma direi delle altre- con l’occhio di chi la sa lunga sulle storie di vita.
Oggi forse Demetrio si è sentito solo per la prima volta nell’harem delle donne che lo seguono fedelmente nelle sue conferenze, nelle sue lezioni, che camminano tra le stradine di Anghiari con taccuino in mano o che si aggirano nelle biblioteche e librerie alla ricerca dell’ultimo saggio.
Demetrio cerca l’uomo, e purtroppo scopre che intorno a lui ci sono in prevalenza maschi.
Il profano si potrebbe chiedere che differenza c’è tra uomo e maschio.
Per capirlo occorre leggere il libro “L’interiorità maschile”, sottotitolo “la solitudine degli uomini”, perché c’è una enorme differenza.
Maschi sono la maggioranza dell’altra metà del cielo, per me che sono donna, 
Per i maschi “L’esistere coincide col fare”, coloro che mai fermi devono conquistare la scena del mondo, coloro che non conoscono vita interiore, riflessività, bellezza del gratuito.
Tutte cose che le donne sanno fare benissimo e che i pochi uomini cercano timidamente di fare.
Maschi, basta guardarsi un po’ intorno ed eccone a frotte, ma non basta, infatti la storia, la letteratura, le arti ne sono piene.
Demetrio nel libro ne dà un bel campionario, Pienamente condiviso, credo, dalle lettrici che ritrovano esempi di maschi lontani e vicini.
Ma è quando si arriva alla definizione dell’uomo che Demetrio da il meglio.
Trapela il rammarico di non vedere uomini intorno a sé, uomini pensosi e propensi all’ascolto, dediti alla riflessione e rivolti col pensiero alla propria interiorità.
Uomini solitari e soli, a volte spaventati dalla propria solitudine, o alla ricerca dei mezzi per addomesticarla, uomini che vivono solitudini nemiche o solitudini vitali, solitudini feconde o invisibili.
Autobiograficamente confesso che piacerebbe anche a me vederne un po’ di più di uomini rispettosi del pensiero, nobili d’animo come se ne trovano nella galleria di ritratti virili che occupa una parte del testo.
Nostro compito, compito delle donne, è quello di fare scuola ai maschi -ma anche agli uomini- per portarli per mano sui sentieri dell’interiorità con gli argomenti della poesia, dell’autocoscienza e del cammino come metafora dell’uscire fuori dagli stereotipi.
Compito grave, difficile per donne che a volte assomigliano sempre più a maschi.
In fondo l’equilibrio è la soluzione, ma quanto difficile è trovare il punto in cui incontrarsi e reciprocamente insegnarsi solitudine e pensosità per la salvezza della specie, per il buon governo delle nostre storie e “rincasare con gli stessi pensieri l’uno a fianco all’altra”.
 


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