Osservazioni sulla progettazione di un evento

Autore: M. Bottino (Team FP+)

Osservazioni sulla progettazione di un evento ​Ogni evento di formazione, da quello di carattere specificatamente scientifico a quello di crescita personale, anche il più semplice e meno pretenzioso, dovrebbe far parte di un "progetto formativo strutturato".

E' evidente che esiste una differenza sostanziale tra l'organizzare, per esempio, un seminario di un paio d'ore nel tardo pomeriggio di un giorno feriale condotto da un solo professionista e il convegno in collaborazione con uno o più enti, scuole o università, della durata di tre giorni e con la presenza di venticinque relatori, tavole rotonde, etc.

Indipendentemente dalle differenze, un professionista dello spazio PSY dovrebbe agire con una metodologia, che pur rapprentandolo, non può prescindere da passaggi operativi che necessitano dell'analisi del territorio (reale o metaforico), della conoscenza dei competitor e del loro valore, della conoscenza circa lo svolgimento di eventi analoghi o in fase di attivazione, della scelta delle forme di attuazione specifiche, della valutazione delle sue risorse personali e non disponibili, dall'accesso a possibili location, dal planning programmatico della sponsorizzazione, dalla gestione della pubblicizzazione in funzione dell'analisi del target destinatario, dalla ricaduta sul territorio dell'evento,... fino all'attuazione di partenariati e di azioni correlate, senza dimenticare un'analisi dei costi da compiersi prioritariamente e poi, in verifica, step by step per tutta la durata del processo formativo.

Nel primo caso sicuramente e forse, almeno in parte, anche nel secondo, molti di questi step possono essere non attivati, ma sicuramente vanno considerati in quell'insieme "strutturato" che rappresenta un metodo più che, semplicemente, una prassi operativa.

Concludo con una osservazione che nasce dalla mia esperienza personale.

In passato, l'evoluzione di molti eventi che ho organizzato, che in una mia idea iniziale, sarebbero dovuti durare una sola stagione, hanno avuto un destino diverso.

Fra questi ricordo con particolare affetto "Il Gruppo Donne", che prese il via da un invito fatto a sei mamme con cui mi fermavo a chiacchierare dopo aver accompagnato mio figlio a scuola. "Piove! Se vogliamo chiacchierare, andiamo nel mio studio qui vicino, così non ci bagniamo!"... Da quelle sei, nei ventidue anni seguenti, centinaia di donne, in varie parti d'Italia, hanno partecipato a questa esperienza!

Analogamente posso dire dei seminari tematici, dei seminari sugli archetipi ed altri ancora. Si vengono a creare situazioni capaci di attivare nei partecipanti energie e dinamiche auto-ri/generanti.

Con il passare del tempo, ho capito che il motivo risiedeva proprio in quel "percorso progettuale" che, spesso in maniera più o meno consapevole, attuavo e che mi ha visto, contemporaneamente ossessivo attore e grato spettatore di meravigliosi processi trasformativi e di crescita dei partecipanti.