Diventare madri. Prevenzione psicosociale in gravidanza

04/04/2019 dalle 14:30 alle 17:30

Diventare madri. Prevenzione psicosociale in gravidanza Il seminario offre un momento di formazione e di riflessione comune, con l’intento di sensibilizzare il personale sanitario e gli operatori della relazione d'aiuto sulla dimensione affettivo-relazionale della gravidanza e sull’importanza di attivare e/o potenziare servizi di prevenzione psicosociale.

I relatori: Giuliana Mieli è laureata in Filosofia teoretica e in Psicologia clinica. Psicoterapeuta.
Luisa Chiodini, ostetrica. Dal 2013 si occupa della formazione delle giovani ostetriche in sala parto.
 
Programma

Ore 14:30  Accoglienza e registrazione dei partecipanti

Ore 14:45  Saluti iniziali
Dott. Giorgio Epicoco, Direttore della Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia Azienda Ospedaliera di Perugia e Prof.ssa Assunta Morresi, membro del Comitato nazionale di Bioetica e presidente MPV di Perugia: 

15:15  L’affettività in gravidanza, conoscerla per accompagnarla.
Dr.ssa Giuliana Mieli, Psicologa psicoterapeuta
Specializzata nella cura e prevenzione dei disturbi affettivi della gravidanza e del puerperio.

16:30  Un’ostetrica racconta la sua esperienza di cura alle donne in travaglio: quali le criticità del personale?
Ostetrica Luisa Chiodini

17:00  Dibattito

17:20  Conclusioni e Considerazioni finali
Prof.ssa Assunta Morresi

La partecipazione è gratuita. E’ gradita l’iscrizione.
Per l’iscrizione si prega di compilare il modulo on line cliccando QUI.
In alternativa rivolgersi ai seguenti recapiti:
Tel 075.5847231 (dal lunedì al venerdì ore 9-13)
Cell. 348.6842253
E-mail: mpvumbria@gmail.com
 
Il seminario è organizzato a cura del Movimento per la Vita di Perugia, in collaborazione con il Centro di Bioetica Filèremo e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.  
I presupposti del seminario - A cura della dr.ssa Claudia Digiuro, psicologa psicoterapeuta

Aspetti della prevenzione in gravidanza.
La scoperta della gravidanza è un evento che, nella maggior parte dei casi viene celebrato con esclamazioni di gioia, speranza, felicitazioni da quanti ne sono coinvolti direttamente e non.
In questo tripudio di luce in cui la mamma sembra essere calata, quasi mai però, vengono riconosciute le ombre che, fisiologicamente, accompagnano lo stesso evento e che inaspettatamente si impongono alla nostra attenzione in quei fatti di cronaca che ci lasciano inorriditi per la loro brutalità e innaturalezza: neonati abbandonati, gettati via, rinnegati, rifiutati, maltrattati, vittime di una violenza indicibile perpetrata proprio ad opera di chi avrebbe dovuto accoglierli con amore incondizionato.
Ci chiediamo allora cosa non abbia funzionato..
È importante considerare come si è trasformata la famiglia nel tempo: una volta l’arrivo di un bambino comportava la mobilitazione delle risorse di tutta la famiglia, coinvolgendo in particolare la rete delle donne; nonne, madri, sorelle, le anziane zie magari neppure sposate, si rendevano disponibili per preparare il nido prima e supportare la puerpera dopo, nella gestione post parto.
Oggi, complice la trasformazione sociale che sempre più genera piccoli nuclei famigliari isolati e frammentati, costretti a cavarsela da soli, difficilmente le donne possono contare sulla stessa rete solidale di una volta data dalla grande famiglia.
Ecco allora che le istituzioni intervengono a colmare questa mancanza con progetti di prevenzione, sensibilizzazione, informazione, sostegno, corsi di accompagnamento al parto, tecniche sofisticatissime di monitoraggio della gravidanza, servizi di aiuto nella gestione post partum.
Si direbbe che tutto funzioni in maniera impeccabile, eppure…
Mi capita spesso, nella mia pratica di psicoterapeuta di ascoltare testimonianze di donne che lamentano incuria e insensibilità esperite proprio all’interno di quelle istituzioni che dovrebbero garantire loro sostegno, competenza, umanità ed empatia.
Donne che si scontrano con un sistema che non rende giustizia alle sue buone intenzioni.
Se a questo aggiungiamo la difficoltà di governare il flusso di pensieri ambivalenti che ogni gravidanza porta con sé dal momento che, come la clinica psicologica ci mostra, nella donna incinta si verifica uno shock biografico dovuto alla destrutturazione dell’identità femminile, non possiamo non tener conto della fragilità di queste donne.
Occorre ripartire allora da un assunto, per citare S. V. Finzi:
“Per accogliere un figlio, per fargli posto, non solo nel grembo, ma nella mente e nel cuore, occorre che le madri si sentano a loro volta accolte e sostenute.
Tutta la società è chiamata a rispondere a questo abbraccio”.
Il MPV vuole dedicare un tempo ed uno spazio alla riflessione intorno a queste tematiche con l’intento di attivare, in sinergia con i consultori del territorio, un servizio di consultazione perinatale che tenga conto dei diversi aspetti della prevenzione in gravidanza, da quello medico a quello psicosociale.
I diversi interventi che si alterneranno nel corso della giornata porteranno una molteplicità di punti di vista attorno alla domanda ‘come si diventa madri?’ sviluppando riflessioni, dibattiti e indagando aspetti problematici e nuove soluzioni.


ORGANIZZAZIONE DELL'EVENTO - INFO - PRENOTAZIONI

Sede di svolgimento

  • Comitato per la Vita "Daniele Chianelli" - Via Martiri 28 Marzo, 29 - 06129 Perugia

    Area Ospedale Santa Maria della Misericordia, Perugia

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